Quante volte mi capita di ascoltare o leggere parole di persone che “sputano sul piatto in cui mangiano o hanno mangiato”, che sparlano degli altri, siano questi genitori, ex fidanzati, ex amici o ex datori di lavoro.
Chi sputa nel piatto in cui ha mangiato?
Chi non ha altro modo per farsi ascoltare;
chi crede sia un modo per farsi valere e riscattarsi.
Ma sappiamo che la vendetta é figlia della frustrazione.
Proprio giorni fa, una giovane paziente mi diceva di come il suo ex fidanzato, sofferente di mal d’amore (dopo un anno dalla loro separazione), continuasse a riempire il paese di voci infondate su di lei, “elargendo” a chiunque i loro segreti di coppia.
È vero, siamo umani e a volte ci sono situazioni che proprio non riusciamo a digerire, come essere abbandonati, subire un tradimento, sentirsi trascurati, non essere valorizzati... ma agendo d’istinto, corriamo il rischio di fare errori impulsivi e difficili da riparare.
Impariamo invece a gestire le emozioni e a trasformarle in sane competenze.
Quando a vincere è l’odio, la voglia di vendetta, il rancore o la gelosia, a lavorare non è il nostro cervello ( la corteccia evoluta)